domenica 8 settembre 2013

Via Bonatti in Valle Stretta: GRAZIE EDO e ANDREA !





Via Bonatti in Valle Stretta
"Come vedere una stella cometa cadere nel proprio giardino"

Articolo di EDO FALLETTA
Foto: E.Falletta - A.Roche


Introduzione di
Federico Acquarone

Ho avuto l'onore, per il mio lavoro giornalistico, di incontrare anni fa Walter Bonatti e di intrattenere con lui una corrispondenza epistolare durata poco ma certamente intensa. 
Fin da bambino leggevo sognante i suoi libri. Montagne dipinte e avventurose, anime grandi di uomini che con umiltà e passione volavano come angeli delle pareti. Bonatti era e sarà sempre un esempio per me, di alpinista-viaggiatore, di uomo, di scrittore e giornalista. Devo molto a quelle letture. Un pezzo del mio largo amore per roccia, cime, montagne e vita montanara parte da lì.
Edoardo e Andrea sono due ragazzi di poco più di 20 anni. Li ho visti crescere in quell'Alta val di Susa che insieme tanto amiamo, per le sue valli, per gli anfratti di natura ancora selvaggia, per le sue storie, per i luoghi della vita montanara di un tempo, oggi abbandonati, forse dimenticati sotto la spinta di un progresso eccessivo, troppo spesso distruttivo. Andrea lo portavo fin da bambino con me a fare gite a piedi, snowboard in spalla, insieme ad altri coetanei, figli di queste montagne. E' sempre stato un tenace, uno che sa stare in montagna, quella vera, sentendosi a suo agio da montanaro qual'è. 
Il giorno che Edo mi telefonò per dirmi che aveva scoperto una via Bonatti in Valle Stretta e che voleva provare a salirla, mi ha regalato gioia e bei ricordi. Soprattutto il destino mi proponeva un bel modo per onorare Walter ed aiutare ancora i "miei" ragazzi. Ho dato loro con molto piacere un set di friends  e qualche nuts che mi chiedevano in prestito. E con immenso piacere e un po' di orgoglio (spero di potermelo concedere), pubblico sul sito di Montagnard l'articolo che mi hanno mandato. Per me è un grande onore, davvero!
Dunque grazie Edo, grazie Andrea. E grazie Walter per essere ancora in qualche modo fra noi a darci forza, coraggio, bellezza. 


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L'articolo...

Via Bonatti (Croz del Rifugio-Valle Stretta, Bardonecchia)
200 mt (ED) 

Lo zona di parete al Croz del Rifugio dove si sviluppa la via Bonatti


Scoprire che Walter Bonatti aprì una via nelle pareti del Croz in Valle Stretta è come vedere cadere una stella cometa nel proprio giardino.
Apprendere che quelle bellissime montagne, antiche e simili alle Dolomiti, che svettano sui prati pochi tornanti dietro le nostre case furono salite da uno dei padri dell'alpinismo incuriosisce tanto da spingere a raccogliere i frammenti di quella stella cadente per vedere di cosa è fatta!
Infine, rendersi conto con grande stupore, che della linea che Walter Bonatti scalò al Croz del Rifugio nel 1951 non esiste più alcuna traccia, né su Internet né nelle guide di arrampicata, genera nello 
scalatore-archeologo la voglia irreprimibile di riportare alla luce un prezioso reperto ormai dimenticato.


Walter Bonatti al ritorno dall'epica impresa del Dru

Verso l'inizio di Giugno, mentre compilavo un elenco di vie che avrei voluto salire durante l'estate, mi imbattei nella frase di un articolo: "...la via attacca 30 metri a destra rispetto alla Bonatti".
Al mio iniziale stupore subentrò una grande curiosità! Possibile che Walter Bonatti, uno dei più grandi alpinisti di tutti i tempi, abbia aperto una via sulle pareti dietro casa mia e nelle guide o su internet non se ne trovi traccia alcuna?!
Al laconico commento "non ne so nulla" di una guida alpina di Torino alla quale chiesi qualche ragguaglio la mia curiosità continuò a crescere. Decisi così di chiedere maggiori informazioni alla gentilissima signora Silvia dello "chalet delle guide"  di Bardonecchia che dopo poche ricerche nel suo archivio mi spedì la relazione contenuta in un manuale del 1970 e mai più, purtroppo, stampato.

Salire questa meravigliosa linea ha comportato un grande sforzo non tanto fisico quanto mentale per la difficoltà nel piazzamento delle protezioni considerando che la roccia, specialmente nella parte superiore della parete, è molto delicata. Ma pensare che per gli stessi appigli che abbiamo stretto nelle mani, passò il leggendario Walter Bonatti ci ha ripagato di tutti gli sforzi e ci ha anzi regalato una sensazione di felicità che solo uno scalatore può comprendere.

Edoardo e Andrea all'uscita della Via Bonatti

Un grandissimo ringraziamento lo devo ad Andrea Roche, mio compagno di cordata e grande amico, con il quale ho condiviso tante ascensioni nonché unica persona con la quale desiderassi condividere quest'ultima bella avventura.
Un pensiero speciale va al grandissimo Fede che ogni volta che "sono carente" di materiale non esita a prestarmi la "ferraglia" di cui ho bisogno!
L'inverno passato, per la prima salita della cascata "Lall in Ice" sullo Chaberton, sono state proprio le sue picche a farmi vincere le verticalità ghiacciate ed anche per questa ripetizione i friends e nuts di Fede hanno protetto la nostra ascensione.



Spero che molti arrampicatori ripeteranno questa linea anche grazie alle informazioni da noi raccolte, in primo luogo perché la via è molto bella ed inoltre perché è sempre una grandissima emozione ripercorrere gli stessi passi di un mito e maestro quale è Walter Bonatti.

Edoardo B. Falletta



Relazione della via....

ACCESSO:

Da Bardonecchia, dirigersi verso il Colle della Scala, oltrepassare la diga e al bivio proseguire sulla destra lungo la Valle Stretta. Dopo alcuni tornanti si entra nel pianoro della Parete dei Militi (settore monotiri) oltrepassare la parete giungendo davanti ad un alpeggio dove è possibile parcheggiare l’auto.
Attraversare il ponticello sul torrente seguendo il sentiero in salita che oltrepassata una frana, svoltare a destra in corrispondenza di una freccia rossa disegnata su un masso, poi sempre per comodo sentiero raggiungere la base della parete. Costeggiarla verso sinistra fino ad entrare in un caratteristico anfiteatro, la via attacca 20 metri a sinistra rispetto allo spigolo destro di questi. A piedi fino all'attacco: 10 min.

L'attacco si trova 20 metri a sinistra rispetto alla "via Re-Maggi", l'inizio della via si trova sulla verticale di un evidente tetto triangolare.
Tutte le soste tranne la S3, sono da proteggere.



L1) Attaccare per un salto di rocce rotte che conduce sotto l'evidente tetto, superarlo sulla sinistra e vincere la placca sovrastante sfruttando una fessura (6a+)

L2) Proseguire verticalmente fino a raggiungere una stretta cengia dominata da un grande tetto (5a)

L3) Attraversare sulla destra introducendosi così nel grande anfiteatro dove sono presenti 2 chiodi su cui fare una comoda sosta (4a)

L4) Procedere in verticale per un tiro di corda su balze rocciose che, con facile arrampicata, conducono ad una stretta cengia (5a)

L5) Attaccare il muro strapiombante (2 chiodi, poi A2) facendo attenzione alla roccia che in questa lunghezza è estremamente delicata (6a+)

L6) Innalzarsi sulla destra seguendo una cengia leggermente ascendente, percorrerla fino a raggiungere lo spigolo dello sperone uscendo così alla fine della via (4a e A2) 



DISCESA:

Usciti sul cengione erboso si noterà l'ultima sosta a spit della via "Re-Maggi", fare una doppia verso destra fino ad entrare in un canalino detritico. Risalire l'imbuto fino a raggiungere un evidente sentiero (ometti),  percorrerlo fino ad imboccare una cengia esposta (spit per assicurazione) seguirla fino a raggiungere una catena da cui con una doppia si scende al settore mono tiri e quindi alla base della parete in 10 min.

MATERIALE:

Set di camalot raddoppiando le misure centrali, l'1 e il 2 per le soste. Set di nuts.
Inutili martello e chiodi.










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